PUPI AVATI FUORI DAL CINEMA ITALIANO

 

Edizioni Sabinae - Roma - 2024

 

Pupi Avati è fuori dal cinema italiano per una ontologica estraneità agli schemi culturali che nell’ultimo mezzo secolo lo hanno dominato: non ha fede nella storia, non crede nel progresso, non lotta contro il potere, non gli interessano i temi sociali, non si batte per le nobili cause, non vuole denunciare nulla, non racconta la crisi dell’Occidente, non segue le mode, non ostenta citazioni, non è laico. Per la stessa ragione il cinema italiano ama poco Pupi Avati: lo tratta con condiscendenza, premia raramente i suoi film, fatica a riconoscergli lo status di autore con la a maiuscola. Eppure pochi registi italiani sono autori quanto lui, ogni suo film – riuscito o no che sia – ha una inconfondibile cifra stilistica e una personale chiave di lettura del mondo. Nella sciatteria generalizzata del cinema italiano odierno, suona paradossale che Pupi Avati non venga acclamato come il piccolo grande maestro che è. 

Pubblicato in otto puntate sull’Huffington Post, questo pamphlet sogna di avviare – a livello artistico, culturale, politico – una revisione critica radicale degli ultimi decenni. Il cinema di Pupi Avati non va rivalutato o sdoganato: va letto con occhi vergini, con occhi postnovecenetschi, con gli occhi di domani.

 

«Per me è stato bello rivedere i film avatiani e sognarli: cioè reinventarli, cioè cercare di comprenderli. Come è bello sognare che le speranze di questo pamphlet riescano prima o poi a contagiare la realtà. Ci vorrebbe un miracolo. Ma Pupi Avati ci insegna che solo chi crede ai miracoli può sperare che si realizzino»

 

94 pagine - 13 euro - Collana "Il divano dell'editore"

Isbn 979-12-80023-780

  

Il pamphlet è stato pubblicato in otto puntate sull'Huffington Post dal 25 novembre 2023 al 13 gennaio 2024

 

 

 

 

 

 

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