SANREMO TORNA SANREMO: VIVA LE VECCHIE GLORIE

 

 

 

 

 

Huffington Post - 29 gennaio 2022

 

Tutti lo guardano, non tutti lo ammettono. Snobbare a parole il Festival della canzone italiana di Sanremo è uno dei nostri sport nazionali. In realtà pochi eventi catalizzano la pubblica attenzione quanto il festival e anche quest′anno non si parla di altro. In realtà tutti trepidiamo in attesa della serata inaugurale di martedì 1 febbraio.
La settantaduesima edizione si annuncia ghiotta: la direzione artistica ha allestito un cast sfaccettato ed equilibrato che tiene conto dei gusti di tutte le generazioni. Sembra scemare il furore giovanilista delle recenti edizioni e sembra venire meno il malcelato ostracismo verso i cantanti da Sanremo. Accanto ai rapper e ai trapper che spopolano nelle radio e nei social, ecco una bella rosa di non più giovanissimi cantanti da Sanremo come Emma, Giusy Ferreri, Fabrizio Moro, Noemi. Ed ecco tornare alla ribalta vecchie glorie del calibro di Gianni Morandi, Massimo Ranieri, Iva Zanicchi.
Sanremo torna Sanremo: è una buona notizia. Del resto il grande successo televisivo del programma di Rai Uno The Voice Senior segnala che il pubblico ha ancora voglia di belle voci intonate e di belle melodie italiane. E forse i troppi rapper e i troppi trapper cominciano a stancare.
Accontentare i gusti delle diverse generazioni non è soltanto una mossa astuta a livello di marketing televisivo, significa anche restituire al festival il suo statuto di prismatica macchina del tempo in cui tutte le epoche musicali sembrano coesistere (da Iva Zanicchi a Blanco), regalandoci per una settimana l′illusione che il tempo non esista.
L′unica nota stonata risulta la serata delle cover in programma venerdì, per la quale numerosi cantanti in gara hanno scelto di interpretare pezzi stranieri (poche anche le canzoni italiane battezzate dal festival). A parte la prevedibilità di diverse scelte, non è incongruo che il festival decida di non valorizzare il proprio repertorio di centinaia di canzoni che hanno fatto la storia? Non è questione di sovranismo identitario, è questione di autolesionismo culturale.
Si accendano le luci del Teatro Ariston, taccia il chiacchiericcio, abbandoniamoci con animo lieto al grande rito nazionale e popolare del festival.

 

 

 

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