IL SANREMO DELLA RESTAURAZIONE
Huffington Post - 6 febbraio 2022
Si è concluso ieri sera il Sanremo della restaurazione. Della restaurazione del buon senso. Sembrano alle spalle gli anni del giovanilismo senile, dell′ostracismo verso la melodia italiana, dell′autodemolizione del festival.
Constato con piacere che si torna a parlare di Sanremo con rispetto. Speriamo marcino verso l′oblio certe chiavi critiche alla moda negli ultimi decenni (trash, kitsch, camp), per tornare a parlare della canzone da Sanremo come semplice opera d′arte popolare. Nascondersi dietro il trash, il kitsch, il camp, l′ironia, è solo un modo per camuffare il nostro imbarazzo estetico, uno stratagemma per non ammettere che quella canzone di Al Bano o di Toto Cutugno ci suscita un′emozione o ci strappa un sorriso.
Le canzoni sanremesi meritano di essere prese sul serio non per improbabili rivalutazioni critiche, ma per onestà intellettuale: le carriere dei cantanti da Sanremo sono piene di pezzi brutti, ma le buone canzoni festivaliere esistono eccome. La tradizione sanremese ha prodotto capolavori, belle canzoni, piacevoli canzonette, pezzi divertenti e tanta robaccia. Pensiamo per esempio all′edizione di cinquant′anni fa: tra le canzoni in gara nel 1972 c′era Piazza Grande di Lucio Dalla, uno dei capolavori del suo primo periodo, quello più melodico; c′era la trascinante Montagne verdi di Marcella Bella, canzone molto meno ingenua di quello che sembra; c′era Come le viole di Peppino Gagliardi, meravigliosa melodia italiana esportabilissima. E c′era la canzone giustamente vincitrice: I giorni dell′arcobaleno di Nicola Di Bari. Si tratta di un′autentica poesia in musica, delicatissima, con un arrangiamento minimale su cui l′intensa voce del cantante ricama la precoce fine di un′adolescenza: «Vivi la vita di donna importante / Perché a sedici anni hai già avuto un amante / Ma un giorno saprai che ogni donna è matura / All′epoca giusta e con giusta misura / E in questa tua corsa incontro all′amore / Ti lasci alle spalle il tempo migliore».
Lo straordinario successo televisivo dell′edizione 2022 è merito del cast intergenerazionale proposto da Amadeus (sul podio sono saliti artisti di ogni età) e testimonia il nostro bisogno di radici culturali. Il festival è un grande collante sociale e uno dei luoghi dove si costruisce la nostra identità nazionale. A questa domanda di una rinnovata cultura italiana la politica e tutte le arti dovranno presto dare una risposta.