GIORGIO STREHLER E L'ETA' DELL'ORO DELLA REGIA TEATRALE
Huffington Post - 14 agosto 2021
Giorgio Strehler fu tra i protagonisti assoluti dell’età dell’oro della regia teatrale. Un momento magico, durato poco più di mezzo secolo, in cui il moderno concetto di regia teatrale
conobbe la sua istituzione, la sua apoteosi, l’inizio del suo declino.
In un interessante intervento apparso la scorsa settimana su questo giornale, Luca De Fusco lamentava il dilagare della regia come pura scrittura scenica a scapito della regia come
interpretazione della scrittura drammaturgica. Mi permetto di sospettare che l’odierna crisi della regia al servizio della parola drammaturgica affondi le radici in un certo gigantismo dei
suoi maestri novecenteschi, i quali per affermare il loro inedito ruolo finirono per tirare troppo la coperta dalla parte della loro egolatria. Così drammaturghi e attori passarono in secondo
o in terzo piano e i registi divennero i signori della scena. Non condivido però il pessimismo di De Fusco: in questi nostri anni di confusione e di attesa, mi piace immaginare che
drammaturghi, attori e registi interpreti stiano preparando la riscossa in vista del nuovo teatro che verrà.
Il titanismo di Strehler era figlio di un talento debordante che sapeva porsi i propri limiti. Per il regista triestino la poesia drammaturgica era sacra, solo muovendo da essa Strehler
materializzava in scena la propria personalissima poesia registica. Ne scaturivano spettacoli impeccabili in cui gli attori venivano manipolati senza diventare manichini, restando fedeli alla
verità drammaturgica dei personaggi. La magia di Strehler si concretizzava in scenografie essenziali, sempre funzionali e mai cervellotiche, ma soprattutto in un magistrale utilizzo della
luce che sapeva rendere palpabile l’impalpabile. Il resto era altissimo mestiere, il resto era teatro.
Come noi tutti l’uomo Strehler aveva le sue fragilità e i suoi difetti e anche nella vita gli piaceva recitare la parte del grande regista. Caldeggio la lettura dell’ottima biografia di
Cristina Battocletti Giorgio Strehler Il ragazzo di Trieste. Vita, morte e miracoli, che La nave di Teseo ha pubblicato in occasione del centenario della nascita del maestro. Un
libro ricchissimo di notizie che non scade mai nel pettegolezzo gratuito.
Fortunatamente alcuni dei migliori spettacoli di Strehler vennero videoregistrati. È opinione comune che l’evento teatrale non sia documentabile, che le videoriprese ne restituiscano la
pallida ombra. Da ragazzo vivevo in un paesino siciliano dove il teatro non c’era e mi innamorai di Giorgio Strehler grazie a quelle ombre televisive. Quando trasferitomi a Roma potei
finalmente vedere un suo spettacolo dal vivo, non trovai una così grande differenza. Quei video sprigionano una magia imperitura.