CALASSO-HITCHCOCK

 

 

 

 

 

Huffington Post - 22 maggio 2021

 

È una lieta sorpresa la pubblicazione presso Adelphi delle Allucinazioni americane di Roberto Calasso, sei saggi che propongono per il cinema una chiave di lettura mitica. Secondo Calasso le star hollywoodiane sono nuove divinità e le opere di Alfred Hitchcock possono essere interpretate alla luce della dottrina vedantica: «Èun po’ come guardare un film di Mizoguchi attraverso Plotino. Perché no, dopo tutto?».
Calasso analizza lungamente La donna che visse due volte (Vertigo è il titolo originale), una macchina mitopoietica che continua a suggestionare spettatori, critici, artisti. È del 2015 lo spettacolo teatrale Sudori freddi, in cui il regista Giancarlo Sepe omaggia il film hitchcockiano e il romanzo di Boileau-Narcejac da cui il film venne tratto. Come Calasso, del film Sepe prediligeva e valorizzava la dimensione mitica e quella onirica: vidi lo spettacolo seduto in prima fila e a un certo momento ebbi il sospetto che se mi fossi alzato per salire sul palcoscenico, mi sarei definitivamente perso dentro le splendide allucinazioni del regista casertano.
Le messinscene funeree e luminose che Giancarlo Sepe crea al Teatro La Comunità di Roma sono sostanzialmente antipsicologiche. Anche per Roberto Calasso gli arnesi della psicologia e della psicanalisi non sono sufficienti per comprendere i film di Hitchcock. Da un punto di vista narrativo La donna che visse due volte contiene alcuni elementi poco plausibili, ma è anche da questa inverosimiglianza logica che scaturisce la sua potenza mitica.
Il romanzo di Boileau-Narcejac ha un valore letterario tutto sommato modesto, ma i suoi ingredienti sono seducenti. Tradotto a suo tempo da Sellerio, Adelphi lo ha ripubblicato nel 2016. Vittima di una ingegnosa macchinazione, ossessionato dall’immagine di una donna morta al punto da costringere un’altra donna a diventarne l’esatta copia, nell’ultima pagina il protagonista afferma: «Un amore che assomigliava a un arazzo meraviglioso: al dritto raccontava una leggenda straordinaria, e al rovescio…non lo so…non lo voglio sapere».
Nella sua trasposizione filmica Alfred Hitchcock manipola gli spettatori con la consueta maestria, come il protagonista ci fa innamorare della misteriosa Madeleine al punto che facciamo fatica a rassegnarci alla sua inesistenza. Anche noi vorremmo non sapere.

 

 

  

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